"...una stagione dell'esistenza, un patrimonio collettivo da ripercorrere, un ricordo depositato"


questo è un luogo dove si raccolgono le sensazioni suscitate dai dischi, dalla loro ricerca, al loro possesso, ai ricordi che evocano

non vogliamo parlare dei dischi, ma delle emozioni che ci hanno dato

mercoledì 6 giugno 2007

AREA

Arbeit Macht Frei (1973, Cramps)
Bene, facciamolo. Volevi sensazioni, pelle che scotta, ulcerazioni? Le mie arrivano.
Torno da lavoro alienante, nessuno con cui rapportarmi lungo ugual lunghezza d'onda, viaggiare in macchina musica a balla per sentirmi vivo e migliore del giorno che andrò ad affrontare, sgolandomi sul mio pentagramma che forse (speranze dure a crepare) nessuno si inietterà mai, ma che è la mia vera carta d'identità: chissà se qualcuno ci avrà mai pensato, la "verità" disponibile in sensazioni marchiate dentro e insieme esposte al pubblico, e non racchiusa in dati anagrafici che appiattiscono, negano un ruolo all'empatia, all'improvvisazione, allo sforzo interpretativo e conoscitivo dell'altro di fronte a noi.
Ok. Sto viaggiando contro me stesso "in aiuto" chimicalcoolico, resistere resistere resistere, l'aderenza alla "realtà" si alleggerisce, lascia interstizi dove la serpe mentale del ragionamento critico striscia, sguscia, si insinua.
Per assecondare il viaggio come sempre c'è musica, ma non la sto ascoltando: sono IMMEDESIMATO.
AREA. "Arbeit macht frei", 1973 (!, un punto perchè potrei metterne altri cento, e cosa cambierebbe?).
ENERGIA, creatività, fantasia, dinamismo, ritmo le prime parole.
E poi quelle più scontate sui virtuosismi - secondo alcuni un pò fini a sè stessi, a me non pare - di Stratos/Tofani/Fariselli/Capiozzo/Djivas poi Tavolazzi, e compagnia collaborante.
Serbo di questo momento di verità della mia vita (reso tale anche e non secondariamente dalla scoperta di questo album, e dal seguente "Crac", soprattutto; ma anche da episodi successivi forse nell'insieme meno fulgidi) alcune istantanee DoktorP-collegate: la figura ferroviaria mattutina di Lillo L., il fratello maggiore che divulga e ne sa sempre più di te, a cui hai timore reverenziale di rivolgerti. Stima e gratitudine, senza piaggeria.
Calone per il confronto dissuasivo sulle sostanze e l'aiuto bonario. Dimenticavo: e per l'entusiasmo malcelato e "muffato" dovuto ad ascolti precolombiani di pezzi cui io colpevolmente arrivo solo ora, e che lui sconsiglia per i deboli di pelo e per chi si può illudere "tout court".
Vincenzo, il mio nuovo tatuatore, scelta di un dolore ragionato e finalmente condivisibile.
Elena, un cuore.
Per favore, ascolti chi già non l'ha fatto "Consapevolezza", "Arbeit macht frei", "Luglio, agosto, Settembre (Nero)", e il resto... e poi cercatevi "Gioia e rivoluzione", "Giro, giro tondo", "La mela di Odessa", "L'elefante bianco", e...se scoprite di averne con questa fantasmagoria musicale, lasciate fare alla vostra sintonia interiore.
Io ho scoperto un hammam, è la mia dissolvenza attuale.
Saluti.
(Deliri (?) della Roma).
(LaRoma 6/6/2007)

1 commento:

Mariano Bellarosa ha detto...

un grande album,una grandissima band.
saluto tutti bratty e baffetty.
ciao mariano.