
Mi sembra di vederlo… il pasticciere, col suo camice bianco.. immacolato… che lavora la sua torta nuziale con rara maestria… “Personality” è una di quelle enormi torte a piani… è bianca, piena di fregi, merletti,fiori di marzapane…
Luke Steel lavora la glassa delle melodie come pochi…la stende col suo coltello bagnato nell’ego smisurato che lo contraddistingue… basti pensare al doppio che c’è in copertina!!
Ci appaga, ci fa scoccare il palato…a volte un po’ nauseabondo, anche per i più golosi…ma un esteta non può che apprezzare la pulizia, la perfezione, seppure al limite del barocco.
Quando ho sentito i ritocchi argentati, i coretti…non ho potuto non pensare a quanto possa essere godurioso lavorare ad una simile delizia, di quelle che pagano tutti i sensi.
Niente di rustico, di improvvisato, nessuna sbavatura: questa è alta pasticceria!
Luke volteggia attorno alla sua creazione…un megalomane del gusto, un fanatico della forma, dell’apparire.
“How was I supposed to know” chiude…è il momento finale, il pasticciere ripone la frusta, i coltelli, le spatole…pulisce il suo banco d’acciaio, sorride a se stesso, immaginandoci sfiniti di piacere e già pronto per la prossima lezione di stile.
(Cince, 24.06.2007)
Luke Steel lavora la glassa delle melodie come pochi…la stende col suo coltello bagnato nell’ego smisurato che lo contraddistingue… basti pensare al doppio che c’è in copertina!!
Ci appaga, ci fa scoccare il palato…a volte un po’ nauseabondo, anche per i più golosi…ma un esteta non può che apprezzare la pulizia, la perfezione, seppure al limite del barocco.
Quando ho sentito i ritocchi argentati, i coretti…non ho potuto non pensare a quanto possa essere godurioso lavorare ad una simile delizia, di quelle che pagano tutti i sensi.
Niente di rustico, di improvvisato, nessuna sbavatura: questa è alta pasticceria!
Luke volteggia attorno alla sua creazione…un megalomane del gusto, un fanatico della forma, dell’apparire.
“How was I supposed to know” chiude…è il momento finale, il pasticciere ripone la frusta, i coltelli, le spatole…pulisce il suo banco d’acciaio, sorride a se stesso, immaginandoci sfiniti di piacere e già pronto per la prossima lezione di stile.
(Cince, 24.06.2007)