
L’inizio è un’atmosfera alla Blade Runner, ti immagini la Los Angeles futuristica, pioggia acida, strane macchine volanti, replicanti; poi si passa ad uno strano valzer, con la drum machine a dettare il ritmo e Wiston Tong che canta uno strano lamento mentre a turno sax e violino ti infilzano l’anima.
Strani rumori, sono chiuso in una stanza, cerco la porta ma non la trovo, un senso di claustrofobia mi avvolge, un martellante tintinnio, mi manca l’aria, voglio uscire ma sono attratto da questi suoni, quasi ipnotizzato. Una voce dall’altra stanza canta, sussurra, si lamenta.
Ed ecco parte un ritmo quasi dance, una danza spettrale, è forse la fine dell’incubo?
Inizia la seconda facciata con “Desire”, ideale colonna sonora di un film di David Lynch, Twin Peaks 15 anni prima, e poi “Again” preghiera, lamento, pianto, redenzione, tensione all’infinito che solo il sax riesce a lenire.
Tutto finito? No.
Inizia la danza macabra di “In the name of talent”, quasi Ian Curtis cantasse dall’aldilà ed allora è il momento di terminare con “Holiday for Playwood”, swing futuristico, Ginger Rogers e Fred Astaire che ballano in una New York del 2020.
Il sole sorge, è l’alba di un nuovo giorno…..
(Lillo Lydon, 29/2/2007)
Strani rumori, sono chiuso in una stanza, cerco la porta ma non la trovo, un senso di claustrofobia mi avvolge, un martellante tintinnio, mi manca l’aria, voglio uscire ma sono attratto da questi suoni, quasi ipnotizzato. Una voce dall’altra stanza canta, sussurra, si lamenta.
Ed ecco parte un ritmo quasi dance, una danza spettrale, è forse la fine dell’incubo?
Inizia la seconda facciata con “Desire”, ideale colonna sonora di un film di David Lynch, Twin Peaks 15 anni prima, e poi “Again” preghiera, lamento, pianto, redenzione, tensione all’infinito che solo il sax riesce a lenire.
Tutto finito? No.
Inizia la danza macabra di “In the name of talent”, quasi Ian Curtis cantasse dall’aldilà ed allora è il momento di terminare con “Holiday for Playwood”, swing futuristico, Ginger Rogers e Fred Astaire che ballano in una New York del 2020.
Il sole sorge, è l’alba di un nuovo giorno…..
(Lillo Lydon, 29/2/2007)
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