
…. erano forse la band più elettricamente Hard Rock della cosiddetta ondata Grunge-Alternative di Seattle …. quella dalle origini più classicamente Hard & Heavy ed in cui le “contaminazioni” in stile Detroit o Post-Punk erano sicuramente minime, ridotte sostanzialmente all’utilizzo del basso cavernoso ed alla batteria essenziale …. erano già una band interessante con il loro esordio “Facelift” ….. ma con questo mini-lp riuscirono a entrare direttamente nel mio mondo musicale, diventando la colonna sonora di tanti miei momenti … tristi e sofferti come le vite di chi le suonava ….. sì …. perché paradossalmente gli Alice In Chains hanno sempre trovato (anche poi col seguente Jar Of Files) la loro più pura espressione artistica in ballate elettroacustiche in cui spiccava da un lato capacità costruttiva delle chitarre di Jerry Cantrell e – ovviamente – la voce malata, veramente intossicata di Lyne Staley nel suo cantare la sua progressiva autodistruzione nelle droghe, un’ode alla morte che troverà la sua apoteosi nel seguente “Dirt” …. ed in questo contesto la sensibilità musicale, la sinuosità, il carattere avvolgente di questi pezzi è e rimane tuttora ancora mirabile …… ed ancora di più la tristezza, malinconia coinvolgente che queste canzoni ti sanno dare e che rimandano nella mia mente inevitabilmente ancora a quelle notti, in giro in macchina per le strade dell’Oltrepò, a vagare con una sigaretta ed una birra …. da solo o con LaRoma a sfogare le nostre reciproche “depressioni” ….. a celebrare le nostre lacrime od a cercare “indirettamente” nella sintonica risonanza tra musica ed anima, quell’oblio cantato … e poi trovato proprio dal cantante.….. ed ancora oggi a 15 anni di distanza, quando metto giù il muso ed ho il mio periodo misantropico, questo mini è ancora così sincero, ad accogliere il mio animo e le sue turbolenze …… e l’arpeggio di chitarra di “Got Me Wrong” mi accarezza ancora una volta …..
ROCK ON
(The Lawyer – 04.04.2007)
ROCK ON
(The Lawyer – 04.04.2007)
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