
Probabilmente l'album migliore di Neil Young, e certamente il più comunicativo.
L'inferno di "Times Fades Away" ed il limbo onirico di "Tonight's the Night" (pubblicato nel 1975, ma inciso nel 1972) scivolano dolcemente verso la vita.
E' l'album che rivela la luce in lontananza; il respiro ancora debole, ma presente, di chi riprende a vivere; il primo battito del cuore dopo la morte apparente.
E' pur sempre un album di dolore, di tristezza e malinconia, ma questa volta concede spazio alla speranza: la trilogia del dolore si chiude qui. Le vicissitudini ed i drammi personali stanno per trasformarsi in pura esperienza, lasciando sfilare dal corpo, la pelle della disperazione, quasi in una lenta muta, non voluta, non cercata, non naturale, ma necessaria.
Sarà sempre una questione di gusti, ma alcuni dei brani migliori del repertorio di Neil Young sono contenuti in quest'opera, e lo è sicuramente la sua canzone più bella: Ambulance Blues.
La capacità di rendere un'atmosfera carica di sensazioni è decisamente una delle sue caratteristiche più marcate; parlo di musicalità pura e semplice.
L'accordatura si apre e si abbassa di un tono ed il suono degli arpeggi arriva al cuore, tradotto in vibrazioni sonore non comuni all'orecchio, per la corposità dei bassi e per il colore che assumono.
Le note si avvertono in maniera più lenta e più piena, con una frequenza che le arrotonda fino a renderle ancora più toccanti.
L'introduzione di Ambulance Blues è semplicemente un capolavoro disegnato dalla chitarra acustica. I suoni, contrappunti magici, dell'armonica e del violino si fondono e si mescolano in un'espressione unica di tristezza, un lamento da cui trarre piacere, non dolore.
Se in "Tonight the Night" i musicisti avevano suonato al buio, per accentuare il clima cupo e disperato del disco, ora sono le cromature delle note ad infondere l'emozione all'ascolto.
Motion Picture è un canto d'amore e di ricordo; la slide-guitar ripetitiva e malinconica esalta l'atmosfera.
L'assolo di Revolution Blues è la cosa più spigolosa e geniale che si sia mai ascoltata in un blues.
Le vibrazioni del wurlitzer piano di See the Sky About the Rain non hanno uguali nella storia della musica rock.
"On the Beach" è un disco di quelli che ti cambia, che ti arricchisce di sensibilità, che ti fa crescere e che ti fa pensare...
Ti fa pensare alla tua vita, alle tue speranze, ai tuoi ricordi, alle tue cose, ai tuoi amici: chi c'è e chi non c'è più.
E lo ascolti, scoprendoti poi con gli occhi chiusi, il cuore tra le mani, e l'anima ad un metro da te... che ti guarda e che si fa guardare.
(Nello Baffetti, 19/4/2007)
L'inferno di "Times Fades Away" ed il limbo onirico di "Tonight's the Night" (pubblicato nel 1975, ma inciso nel 1972) scivolano dolcemente verso la vita.
E' l'album che rivela la luce in lontananza; il respiro ancora debole, ma presente, di chi riprende a vivere; il primo battito del cuore dopo la morte apparente.
E' pur sempre un album di dolore, di tristezza e malinconia, ma questa volta concede spazio alla speranza: la trilogia del dolore si chiude qui. Le vicissitudini ed i drammi personali stanno per trasformarsi in pura esperienza, lasciando sfilare dal corpo, la pelle della disperazione, quasi in una lenta muta, non voluta, non cercata, non naturale, ma necessaria.
Sarà sempre una questione di gusti, ma alcuni dei brani migliori del repertorio di Neil Young sono contenuti in quest'opera, e lo è sicuramente la sua canzone più bella: Ambulance Blues.
La capacità di rendere un'atmosfera carica di sensazioni è decisamente una delle sue caratteristiche più marcate; parlo di musicalità pura e semplice.
L'accordatura si apre e si abbassa di un tono ed il suono degli arpeggi arriva al cuore, tradotto in vibrazioni sonore non comuni all'orecchio, per la corposità dei bassi e per il colore che assumono.
Le note si avvertono in maniera più lenta e più piena, con una frequenza che le arrotonda fino a renderle ancora più toccanti.
L'introduzione di Ambulance Blues è semplicemente un capolavoro disegnato dalla chitarra acustica. I suoni, contrappunti magici, dell'armonica e del violino si fondono e si mescolano in un'espressione unica di tristezza, un lamento da cui trarre piacere, non dolore.
Se in "Tonight the Night" i musicisti avevano suonato al buio, per accentuare il clima cupo e disperato del disco, ora sono le cromature delle note ad infondere l'emozione all'ascolto.
Motion Picture è un canto d'amore e di ricordo; la slide-guitar ripetitiva e malinconica esalta l'atmosfera.
L'assolo di Revolution Blues è la cosa più spigolosa e geniale che si sia mai ascoltata in un blues.
Le vibrazioni del wurlitzer piano di See the Sky About the Rain non hanno uguali nella storia della musica rock.
"On the Beach" è un disco di quelli che ti cambia, che ti arricchisce di sensibilità, che ti fa crescere e che ti fa pensare...
Ti fa pensare alla tua vita, alle tue speranze, ai tuoi ricordi, alle tue cose, ai tuoi amici: chi c'è e chi non c'è più.
E lo ascolti, scoprendoti poi con gli occhi chiusi, il cuore tra le mani, e l'anima ad un metro da te... che ti guarda e che si fa guardare.
(Nello Baffetti, 19/4/2007)
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