
Eccomi ancora una volta, dopo una dura giornata di lavoro, seduto sul divano a rilassarmi.
Mi alzo e fra i CD disposti alla rinfusa ne estraggo uno qualsiasi, lo posiziono sul lettore e subito i suoni mi giungono repentini, percorrono i padiglioni auricolari e le vibrazioni del timpano si trasformano in messaggi dielettrici che giungono al nervo, lo percorrono e arrivano a parte del cervello.
Entra biologia molecolare e ne escono emozioni: dolore? malinconia? paura? depressione? o semplicemente un inno alla solitudine.
L’album che genera tutto ciò è Pink Moon di Nick Drake cantastorie birmano di rara capacità espressiva; è sufficiente riascoltare il brano Know
“Know that I love you
Know I don’t care
Know that I see you
Know I’m not there.”
per immergersi in un mondo di desolazione, sgomento, vuoto interiore.
Tutti i suoi pezzi sono colmi di sensibilità e vulnerabilità con musiche a cavallo fra folk e jazz e solo la sua morte prematura ci ha privato di altri brani di sicuro spessore.
Appunti, ricordi, annotazioni di MINEZ. (16/4/2007)
Mi alzo e fra i CD disposti alla rinfusa ne estraggo uno qualsiasi, lo posiziono sul lettore e subito i suoni mi giungono repentini, percorrono i padiglioni auricolari e le vibrazioni del timpano si trasformano in messaggi dielettrici che giungono al nervo, lo percorrono e arrivano a parte del cervello.
Entra biologia molecolare e ne escono emozioni: dolore? malinconia? paura? depressione? o semplicemente un inno alla solitudine.
L’album che genera tutto ciò è Pink Moon di Nick Drake cantastorie birmano di rara capacità espressiva; è sufficiente riascoltare il brano Know
“Know that I love you
Know I don’t care
Know that I see you
Know I’m not there.”
per immergersi in un mondo di desolazione, sgomento, vuoto interiore.
Tutti i suoi pezzi sono colmi di sensibilità e vulnerabilità con musiche a cavallo fra folk e jazz e solo la sua morte prematura ci ha privato di altri brani di sicuro spessore.
Appunti, ricordi, annotazioni di MINEZ. (16/4/2007)
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