"...una stagione dell'esistenza, un patrimonio collettivo da ripercorrere, un ricordo depositato"


questo è un luogo dove si raccolgono le sensazioni suscitate dai dischi, dalla loro ricerca, al loro possesso, ai ricordi che evocano

non vogliamo parlare dei dischi, ma delle emozioni che ci hanno dato

lunedì 22 gennaio 2007

CLASH

Sandinista! (1980)
Il tempo è galantuomo……
I Clash al culmine del successo, dopo l’uscita di “London Calling” sono tra i gruppi guida del movimento punk-new wave. Esce questo triplo lp e subito mi fiondo a Pavia a comprarlo; già qualcosa si era intuito con l’abum precedente, ma qui è una rivoluzione.
Saranno tacciati di tradimento, di essersi venduti al business, di aver fatto i soldi (ma quali… guadagna di più Manu Chao che da 10 anni ripete lo stesso disco cambiandogli il titolo).
Discussioni con Pasto e Della che mi prendevano per il culo perché li difendevo (a chi avesse ancora una copia della mitica fanzine “Viva Las Vegas…..).
In realtà questo è un disco fondamentale soprattutto per le influenze che avrà negli anni a venire. Qui si fondono le 2 anime dei Clash, quella combat-rock di Joe Strummer e quella più aperta ai suoni funky e disco di Mick Jones.
E’ come sfogliare una enciclopedia della musica: rock, rockabilly, reggae, dub, remix, funky, soul, c’è tutto e se si pensa da dove venivano e che dischi avevano pubblicato prima, bisogna ammettere che fu un atto di coraggio.
Il punk non era i 3 accordi o le spille, ma un’attitudine, il rompere gli schemi, l’assoluta libertà ed allora non era punk un disco come questo?
Questo è un viaggio nel futuro e probabilmente uscì troppo presto per essere apprezzato, pur con qualche passaggio a vuoto che un triplo lp inevitabilmente contiene.
Certamente non è il loro album migliore, il primo “The Clash” e “London Calling” sono le prove più riuscite, ma un atto d’amore verso la musica, sperimentazione di suoni e coraggio nel toccare generi che mal si conciliavano con il loro ambiente; va quindi apprezzato per l’importanza che ebbe per gli anni a venire (dice niente crossover?).
In definitiva il più punk di tutti i loro dischi.Chissà se Pasto e Della hanno cambiato idea…
(Lillo Lydon)

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