
Il tempo è galantuomo……
I Clash al culmine del successo, dopo l’uscita di “London Calling” sono tra i gruppi guida del movimento punk-new wave. Esce questo triplo lp e subito mi fiondo a Pavia a comprarlo; già qualcosa si era intuito con l’abum precedente, ma qui è una rivoluzione.
Saranno tacciati di tradimento, di essersi venduti al business, di aver fatto i soldi (ma quali… guadagna di più Manu Chao che da 10 anni ripete lo stesso disco cambiandogli il titolo).
Discussioni con Pasto e Della che mi prendevano per il culo perché li difendevo (a chi avesse ancora una copia della mitica fanzine “Viva Las Vegas…..).
In realtà questo è un disco fondamentale soprattutto per le influenze che avrà negli anni a venire. Qui si fondono le 2 anime dei Clash, quella combat-rock di Joe Strummer e quella più aperta ai suoni funky e disco di Mick Jones.
E’ come sfogliare una enciclopedia della musica: rock, rockabilly, reggae, dub, remix, funky, soul, c’è tutto e se si pensa da dove venivano e che dischi avevano pubblicato prima, bisogna ammettere che fu un atto di coraggio.
Il punk non era i 3 accordi o le spille, ma un’attitudine, il rompere gli schemi, l’assoluta libertà ed allora non era punk un disco come questo?
Questo è un viaggio nel futuro e probabilmente uscì troppo presto per essere apprezzato, pur con qualche passaggio a vuoto che un triplo lp inevitabilmente contiene.
Certamente non è il loro album migliore, il primo “The Clash” e “London Calling” sono le prove più riuscite, ma un atto d’amore verso la musica, sperimentazione di suoni e coraggio nel toccare generi che mal si conciliavano con il loro ambiente; va quindi apprezzato per l’importanza che ebbe per gli anni a venire (dice niente crossover?).
In definitiva il più punk di tutti i loro dischi.Chissà se Pasto e Della hanno cambiato idea…
(Lillo Lydon)
I Clash al culmine del successo, dopo l’uscita di “London Calling” sono tra i gruppi guida del movimento punk-new wave. Esce questo triplo lp e subito mi fiondo a Pavia a comprarlo; già qualcosa si era intuito con l’abum precedente, ma qui è una rivoluzione.
Saranno tacciati di tradimento, di essersi venduti al business, di aver fatto i soldi (ma quali… guadagna di più Manu Chao che da 10 anni ripete lo stesso disco cambiandogli il titolo).
Discussioni con Pasto e Della che mi prendevano per il culo perché li difendevo (a chi avesse ancora una copia della mitica fanzine “Viva Las Vegas…..).
In realtà questo è un disco fondamentale soprattutto per le influenze che avrà negli anni a venire. Qui si fondono le 2 anime dei Clash, quella combat-rock di Joe Strummer e quella più aperta ai suoni funky e disco di Mick Jones.
E’ come sfogliare una enciclopedia della musica: rock, rockabilly, reggae, dub, remix, funky, soul, c’è tutto e se si pensa da dove venivano e che dischi avevano pubblicato prima, bisogna ammettere che fu un atto di coraggio.
Il punk non era i 3 accordi o le spille, ma un’attitudine, il rompere gli schemi, l’assoluta libertà ed allora non era punk un disco come questo?
Questo è un viaggio nel futuro e probabilmente uscì troppo presto per essere apprezzato, pur con qualche passaggio a vuoto che un triplo lp inevitabilmente contiene.
Certamente non è il loro album migliore, il primo “The Clash” e “London Calling” sono le prove più riuscite, ma un atto d’amore verso la musica, sperimentazione di suoni e coraggio nel toccare generi che mal si conciliavano con il loro ambiente; va quindi apprezzato per l’importanza che ebbe per gli anni a venire (dice niente crossover?).
In definitiva il più punk di tutti i loro dischi.Chissà se Pasto e Della hanno cambiato idea…
(Lillo Lydon)
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