Rage Against The Machine (1992)
Dustin Hoffman ne "Il Maratoneta".
Sta per essere torturato con un trapano da dentista dal suo aguzzino. Hai sperato che la scena sfumasse e sopisse l'orrore? O forse hai divorato anche tu quel dolore insopportabile in attesa che l'inevitabile resa dei conti hollywoodiana ti regalasse l'occasione per gridarlo, vomitarlo, mille volte amplificato dall'innocenza di chi è mite e vittima, in faccia al criminale nazista?Ci sono urla che spalancano le finestre di colpo strappandoci le coperte di dosso in pieno inverno. Vietato raggomitolarsi, la mamma non esiste, il caffè neppure, e questa non è un'esercitazione. Ci sono parole banalizzate, noiose, svuotate da un uso architettatamente inflazionato: Etica, Giustizia, Diritti, Princìpii. Ma urla e parole che eruttate dalla bocca di alcuni risultano - assurdamente - credibili. Cuccioli forti e dai denti acuminati, pronti ad azzannare la menzogna strappandole la carne, scoprendo porcherie tacitate, abominii occultati, morti polverose e sconosciute, e altri mille derivati dell'avidità umana in colletto bianco, che cerca di coprire con qualche fragranza esotica (pecunia non olet) il suo letame. Non potrete farla franca per sempre, vogliamo giustizia e non smetteremo di cercarla.Non è l'analisi tecnica di questo DISCO che spiega perchè bisogna averlo: non bastano l'impatto d'insieme, il rap imbastardito, meticcio di De La Rocha, la ritmica dura come un muro di pietra, le originali e lucidamente disturbanti chitarre di Tom Morello a renderlo necessario. E' un DISCO che ti schiaccia in faccia, ti impedisce di chiudere gli occhi, ti piazza una sveglia nella coscienza, ti mette spalle al muro. E' - dovrebbe essere - un libro di testo per le scuole. E' uno squarcio nel pensiero narcotico-corazzato dominante. E' un invito alla consapevolezza, a non fidarsi troppo delle compilation altrui ma a farsele da soli, a stare attenti al "fuori onda", che spesso sotto la crosta il pane che ci danno è ammuffito.Qualcuno liquiderà il tutto come ingenua retorica dei poveri, ed userà la stessa condiscendenza snob, lo scherno riservato ai peones che pensano di tirar la testa fuori dal formicaio. Qualcuno sentirà la propria pancia entrare in risonanza con la rabbia torrenziale di queste 10 "canzoni", inestinguibile perchè alimentata dai soprusi umani apparentemente eterni, mai per questo rassegnata.
Per chi sta per gettare la spugna.
Palle, in una realtà eunuca. (La Roma)