
Sono ormai passati più di dieci anni dal giorno di quel concerto e nonostante la mia memoria di pesce rosso lo ricordo ancora.“Pronto, Toni, ho sentito alla radio che questa sera suona Jeff Buckley a Cesena. Andiamo?”“Ma tu sei pazzo, ci vogliono più di tre ore, sai che mi devo organizzare per tempo, non puoidirmelo il giorno stesso poi questa sera vado al cinema con la Vale. Chiama Aurelio magari lui viene.”“Ciao Au come va?” “Ma si, benino” “Vieni a Cesena a vedere Jeff Buckley questa sera?”“Non posso. Oggi ho il giro lungo, finisco di lavorare tardi.”“OK, ciao, ci sentiamo Sabato.”In quel periodo ‘Grace’ era spesso presente nel caricatore cd della mia auto e quel giorno lo era.Mi ha accompagnato per tutto il viaggio. La 2 ‘Grace’ e poi la 3 ‘Last Goodbye’, poi la 7 la mia preferita, poi ancora la 3 e la 1 a ricominciare. Pensavo alla faccia di Gomma quando per la prima volta lo aveva ascoltato e alla mia soddisfazione di averglielo fatto conoscere. Ricordo il freddo di quel giorno, la piadina che ho mangiato prima di entrare nel locale e la delusione del biglietto di ingresso tipo cinema, rosa con la scritta “posto unico”. Ricordo di essere entrato ancora incravattato da ufficio ma con in mano Rockerilla per non sembrare uno capitato lì per caso, la birra senza schiuma e la mia postazione d’ascolto stranamente non alla destra del mixer. Forse perché sapevo che nel classico punto di incontro degli amici quella sera ci sarei stato comunque solo io.Mi ricordo di lui e della band, gli scarponi neri e la maglietta bianca con scollo a ‘V’, la Telecaster e la tranquillità del tecnico del suono e poi l’emozione inspiegabile e la magia del concerto. In quel momento avrei voluto dire a qualcuno della sua voce o della bravura del batterista e tante altre cose che invece ho solo pensato.Ma in fondo è così che doveva andare.(X)
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