
Io amo questo disco.Perchè mi da emozioniche uniche, che come tutte è difficile da spiegare.Mi fa volare via come un sogno ad occhi aperti, è il lamento disperato di un cuore spezzato, le grida di aiuto di un anima in pena, ma anche melodie inarrivabili, canzoni dolcissime da mettere i brividi, la passione per la musica di un artista che dal vivo non esitava a proporre pezzi di Bob Dylan, Edith Piaff, Nina Simone, MC5.Un disco introverso, oscuro, spesso difficile, che ti porta dall’inferno al paradiso e viceversa.Una voce fragile, che sembra sempre sul punto di spezzarsi, una tensione che si avverte in ogni nota, quasi fisicamente e che tocca il suo punto massimo nella drammatica versione di “Halleluyah” di Leonard Cohen.A volte sembra persino che la musica scompaia in lontananza per lasciare spazio alla voce, una preghiera che ti avvolge e ti trascina in un vortice da cui è difficile uscire uguali a prima.Non è poi quello che chiediamo ad ogni canzone?
(Lillo Lydon)
(Lillo Lydon)
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