"...una stagione dell'esistenza, un patrimonio collettivo da ripercorrere, un ricordo depositato"


questo è un luogo dove si raccolgono le sensazioni suscitate dai dischi, dalla loro ricerca, al loro possesso, ai ricordi che evocano

non vogliamo parlare dei dischi, ma delle emozioni che ci hanno dato

martedì 20 febbraio 2007

CONCERTI: KILLING JOKE

CONCERTO KILLING JOKE - Milano, Rolling Stone Folk Studio 20/10/1981
I Killing Joke sono uno dei pochi gruppi la cui musica riesce a fondere perfettamente le selvaggie sonorità del punk più incazzato e distruttivo con suoni molto più raffinati e psichici, musica decisamente post-atomica e di una tribalità futurista, ma sempre profondamente umanizzata e, perciò, violenta. Detto questo mi sembra impossibile mancare al loro concerto milanese che si preannuncia essere un vero tour de force di elettricità e visceralità. E infatti le aspettative non vengono deluse: introdotti dal solito nastro registrato (in questo caso molto bello 9, danno inizio al gioco con grinta e determinazione: elettrificazione costante! Apro una parentesi sul Rolling Stone Folk Studio: è veramente un posto di merda (ex Studio 54 per disco people) e martedì sera il servizio d’ordine ha superato sé stesso dimostrando un’incompetenza e, soprattutto, un’incoscienza (vari pestaggi) uniche. La “danza di guerra" prende una forma reale e terribilmente tangibile tra i fumogeni e le botte distribuiti dal servizio d’ordine impazzito, terrorizzato dall’enorme massa distruttrice che si accalca sotto il palco, ma chi vuole divertirsi nel casino si diverte comunque, chi cerca forti emozioni le trova con il dark punk sound di K.J. LA MUSICA? Il meglio della mutazione, dall’inizio alla fine un unico, arrapante sussulto orgasmico. E’ inutile riportare l’ordine dei pezzi, potrebbero suonare così per ore e non rompere le balle. La massa comunque si gasa sempre di più con quello che conosce bene e così passano veloci e distorte “Wardance”, ”Requiem”, ”Change”, ”Follow the leader" e tutte le bellissime perle corrotte del primo album. “Enjoy yourself this is a new age": morire di divertimento, potrebbe essere la soluzione finale. Un suono teso, pulsante, stordente, rumore filtrato, finalmente da toccare non da sentire.
Il gioco che uccide sta corrodendo la città.
(Walter D. per "W Las Vegas", 1981)

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